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Per molte donne vittime di violenza dopo la denuncia arriva il vuoto, la solitudine e la ricerca di qualcuno che possa comprendere il tuo stato d’animo, non ti fidi di nessuno e spesso hai difficoltà raccontarti perché chi ti sta di fronte non riesce a leggere il dolore dietro parole sconnesse e frasi apparentemente fuori luogo. Spinte da questa voglia di riprendersi la propria identità e la dignità perduta, molte donne intervengono in maniera anonima tramite i social network su forum e blog, ed è nell’anonimato che ci si racconta, non per vigliaccheria ma per la paura di essere derise e giudicate insieme al rischio di essere individuate dai propri carnefici; in molte ci sveliamo e iniziamo a provare quanto sia liberatorio e terapeutico raccontarsi, e nell’attimo in cui pensiamo che il nostro dolore resti sospeso nel vuoto , senza spazio e senza tempo , all’improvviso arrivano mani e cuori invisibili pronti ad accoglierti.

Da qui la necessità di ritrovarsi e di confrontarsi con chi la violenza l’ha sperimentata sulla propria pelle, perché all’interno di questo gruppo non ci sono muri insormontabili  di omertà e indifferenza, e non dobbiamo sprecare le nostre energie per essere finalmente credute. In questo percorso,  l’incontro con altre donne vittime di violenza e la necessita di ritrovarsi in un gruppo di auto  mutuo aiuto, dove tutte siamo alla ricerca di noi stesse, tante donne diverse per età  e cultura, ma con un comune denominatore, un uomo padrone della nostra vita; tutte unite in questo cammino di ribellione nella conquista della perduta dignità, insieme abbiamo costruito una rete solidale; ed è grazie a questo motore fatto di grande empatia e solidarietà che abbiamo superato situazioni insuperabili!

oggi fortunatamente per alcune di noi nessun campanello d’allarme suona, per molte è stato un percorso difficile ma ce l’abbiamo fatta! Perché siamo una rete fatta di sogni trasformati in forza e determinazione, pronte a intervenire se una di noi cade, con la voglia di riprenderci la nostra dignità e con la grande consapevolezza che tutto il nostro impegno, fatto di lacrime, insicurezze e paure  si è trasformato in una condivisione di NOI.

Il Sistema è deficitario ed allora un esercito di donne si incontra nei gruppi di auto – mutuo – aiuto che si basa sull’idea della mutualità, dello scambio reciproco di aiuto, dell’impegnarsi per se stesse e per le altre, in un sostegno reciproco determinato da una stessa situazione di vita.

Tutte abbiamo un unico comune denominatore: la VIOLENZA, da questa ci riconosciamo, non abbiamo bisogno di raccontarci, non è nei fatti che troviamo noi stesse, ma portiamo un dolore che si percepisce anche solo nella frase più piccola, quella che per altri non ha senso,  ma che per noi è invece la porta di un inferno che abbiamo vissuto e che alcune di noi ancora vivono … noi siamo le nostre ancore di salvezza.

Spesso la speranza puo’ venire solo dal confronto con chi queste storie di ordinaria follia le conosce, ed è per questo che all’interno del gruppo ci sono dei portavoce, che hanno una funzione di accoglienza e qualche volta a queste figure si affiancano professionisti che con le loro competenze, volontariamente, sono di supporto al gruppo ed alle donne. Spesso gli stessi professionisti vengono da situazioni di disagio e violenza, ma nella scelta e nell’inserimento noi non guardiamo solo alle qualità professionali, ma all’affidabilità e soprattutto verifichiamo che questi soggetti abbiano la sensibilità e il grande valore della liberta’ … quella che ti fa gridare senza avere paura, quella che ti fa guardare i tuoi nemici con il coraggio della verità , quella verità in nome della quale si restituisce ad ogni essere umano la sua dignità.

Grazia Biondi